(100NOVE) MULTINAZIONALI DEL GIOCO. IL “RUGGITO” DELL’AGNELLO L’avvocato del foro di messina in pirma linea contro le holding del settore gaming. Ecco tre sentenze che fanno storia. a partire dalla gara per la concessione del lotto
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(100NOVE) MULTINAZIONALI DEL GIOCO. IL “RUGGITO” DELL’AGNELLO L’avvocato del foro di messina in pirma linea contro le holding del settore gaming. Ecco tre sentenze che fanno storia. a partire dalla gara per la concessione del lotto

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L’avvocato Daniela Agnello è una regina del Foro. Il suo studio, con sede a Milano e Messina, da oltre venti anni difende le multinazionali (ed i centri affiliati) del settore gaming. “Deteniamo il primato assoluto per aver fatto censurare, dalla Corte di Giustizia dell’UE e dall’autorità giudiziaria italiana, ben tre gare per l’affidamento delle concessioni dei giochi pubblici” dichiara con soddisfazione l’avvocato Agnello. E come dagli torto visto che quotidianamente il legale messinese affronta e sconfigge i colossi multimiliardari del gioco. I suoi successi non sono mica da poco. “Quindici anni di giurisprudenza nazionale e quattro sentenze della Corte UE, hanno inequivocabilmente dichiarato che il diritto italiano è in contrasto con il diritto comunitario”. Le sentenze a cui si riferisce l’avvocato hanno fatto la storia: si tratta della Gambelli del 2003 e della Placanica del 2007 che hanno censurato la gara per l’affidamento in concessione dei diritti per l’esercizio dei giochi del 1999; la sentenza Costa Cifone del 2012 che ha dichiarato che la gara Bersani, che prevedeva l’affidamento di oltre 16mila diritti, ha protetto e tutelato i concessionari statali. Infine la sentenza Laezza del 28 Gennaio 2016, che ha sancito che la gara Monti per l’affidamento in concessione di 2mila diritti, ostava con il diritto europeo. In tutti casi, tanto l’Avvocato generale quanto la Commissione Europea, hanno dato ragione alla difesa e alle argomentazioni dell’Agnello. “ I successi ottenuti, hanno permesso al mio studio di essere selezionato come finalista della VII edizione de «Le Fonti Awards», nelle categorie «Boutique di Eccellenza dell’Anno/Categoria Speciale» ed «Avvocato dell’Anno/Boutique di Eccellenza/Categoria Speciale». Non so dirle se riuscirò a vincere, visto che dovrò confrontarmi con dei mostri sacri del diritto, ma il solo fatto di essere arrivata in finale mi riempie di orgoglio.” L’evento fa parte dei premi internazionali “IAIR Awards” e consente ad ogni vincitore di avere il massimo della visibilità istituzionale a livello nazionale ed un’esposizione mediatica presso tutte le città dove la competizione è presente: New York, Hong Kong, Dubai, Singapore, Londra e moti altri centri finanziari. Non dovesse farcela, l’avvocato potrà “accontentarsi” della menzione sulla rivista “I love Sicilia” che l’ha inserita al primo posto tra i cento principi del Foro “ da tenere d’occhi”.

STANLEY CONTRO GOLIA

Vediamo di capirci qualcosa. La materia in questione è alquanto complicata. Al centro del dibattimento c’era la legittimità della gara indetta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) per l’assegnazione della concessione del Lotto (senza dubbio il gioco nazionale più redditizio). L’aggiudicazione è andata, tanto per cambiare, ad un raggruppamento di imprese della società Lottomatica. Da oltre un ventennio, l’affidamento diretto e senza gara, ha sempre lo stesso esito. La procedura però, è stata i pugnata dalle società Stanley International Betting e Stanleybet Malta Limited, difese entrambe dall’avv. Daniela Agnello, che ne hanno chiesto l’annullamento e la trasmissione degli atti alla Corte di Giustizia per un’interpretazione del diritto dell’Unione. Secondo la difesa, la gara si è rivelata discriminatoria, in quanto ha permesso la partecipazione ad un numero di operatori di dimensioni straordinariamente elevate, con requisiti qualificanti irragionevoli, sia per quanto concerne la capacità economica che quella tecnica. La IV sezione del Consiglio di Stato, con ordinanza del 12 giugno 2017, ha quindi rinviato alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea il giudizio sulla legittimità della gara indetta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) per l’assegnazione della concessione del gioco del Lotto, sospettando una violazione dei principi di non discriminazione, trasparenza, libertà di concorrenza, proporzionalità e coerenza.

Una nota diffusa dalla Stanley spiega che le caratteristiche e l’aggiudicazione della gara “costituiscono, per diversi motivi, gravi violazioni del diritto dell’Unione attuate dallo Stato Italiano e dai suoi funzionari”. Non è la prima volta che l’impresa del settore gaming è stata fatta fuori: successe con le gare Coni del 1999, le gare Bersani del 2006, la gara Monti del 2012 e il rinnovo (senza gara) delle concessioni del Superenalotto nel 2007. Tutte annullate per via giudiziaria su iniziativa del Gruppo Stanley. Stessa storia con la gara del Lotto del 2015, per il quale l’impresa si è costituita prima di fronte al Tar Lazio (che ha respinto il ricorso) e poi davanti al Consiglio di Stato. Da questa ennesima vittoria, la Stanley auspica una “decisione esemplare della Corte Europea, alla quale seguiranno sul piano nazionale le conseguenze di merito, la punizione dei responsabili e un giusto risarcimento per tutti gli esclusi”

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