(AGIPRO) Imposta scommesse estere, Agnello (avvocato Stanleybet): “Vicenda finirà davanti alla Corte UE”
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(AGIPRO) Imposta scommesse estere, Agnello (avvocato Stanleybet): “Vicenda finirà davanti alla Corte UE”

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ROMA – L’Agenzia delle Dogane, in una comunicazione agli uffici regionali, ha ufficializzato la decisione di ritirarsi dal contenzioso per il recupero delle imposte non versate dal 2007 al 2010 dalle agenzie collegate a bookmaker esteri senza concessione. Sulla vicenda, sempre più intricata, abbiamo chiesto un’opinione all’avvocato del bookmaker inglese Stanleybet, Daniela Agnello.

Avvocato Agnello, a tre mesi dalla sentenza della Consulta, Adm ha dato indicazione ai propri uffici regionali di abbandonare il contenzioso avviato contro i gestori di ctd per il recupero delle imposte fino al 2010. Cosa succederà adesso? Gli accertamenti saranno annullati, quindi?
«Gli Uffici impositori iniziano ad annullare in autotutela gli avvisi di accertamento e procedono allo sgravio delle cartelle di pagamento emesse nei confronti dei titolari dei centri. Di recente l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Ufficio dei Monopoli per l’Umbria, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale, ha annullato in autotutela l’avviso di accertamento emesso nei confronti di un Centro Trasmissione Dati, relativo all’annualità di imposta 2010, nonché allo sgravio della cartella esattoriale. Le Commissioni Tributarie provinciali e regionali accolgono i ricorsi e annullano gli avvisi di accertamento. Tra le tante decisioni, la CTR e la CTP di Firenze, con sentenza depositata il 4 Maggio 2018 hanno accolto i ricorsi presentati dalla Stanley e dal CTD, in relazione all’anno di imposta 2009. Inoltre, la CTP di Roma il 23 marzo ha accolto il ricorso proposto dal titolare del centro e ha annullato l’atto impugnato per il 2010, come è avvenuto anche a Latina il 5 aprile. È un contenzioso di oltre 700 cause. Sin dai primi ricorsi, ho sempre sostenuto e dimostrato l’illegittimità costituzionale e l’incompatibilità della norma con il diritto comunitario. La Corte Costituzionale ne ha già dichiarato l’illegittimità per il period tra il 2007 e il 2010. Tante cause e tante risorse sprecate, con danni per l’Erario e per i privati».

Come si può chiudere la partita dell’imposta unica, anche per gli anni successivi al 2010?
«Per ora, si assiste ad un “disastro giudiziario”. Alcune commissioni tributarie rigettano i ricorsi, altre li accolgono, altre ancora rinviano a nuovo ruolo. La CTP di Bologna con 3 sentenze depositate il 12 aprile ha accolto le istanze presentate da Stanleybet e dai centri, annullando gli atti impugnati relativi ad annualità successive al 2010. Anche le commissioni tributarie di Padova e di Roma hanno accolto i ricorsi giungendo persino a condannare l’amministrazione alle spese di giudizio. La Corte Costituzionale ha confermato, ancora una volta, che Stanley è un soggetto discriminato nell’accesso al sistema concessorio ma che opera lecitamente nel territorio italiano. L’applicazione di un doppio tributo (a Malta e in Italia) al soggetto legittimato che svolge attività lecita comporta la perpetrazione dell’ennesima discriminazione rispetto agli operatori nazionali e l’ennesima violazione delle libertà fondamentali tutelate dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (libera circolazione dei servizi e diritto di stabilimento). Ma vi è di più. Le discriminazioni perpetrate si intensificano con la legge di Stabilità 2015, poi modificata l’anno successivo, secondo cui a decorrere dal 1° gennaio 2016, nei confronti delle ricevitorie non collegate al totalizzatore nazionale, l’Imposta Unica si applica su di un imponibile forfettario coincidente con il triplo della media della raccolta effettuata nella provincia ove è ubicato l’esercizio o il punto di raccolta, desunta dai dati registrati nel totalizzatore nazionale per il periodo d’imposta antecedente a quello di riferimento. E’ evidente che le discriminazioni si ripropongono, anzi dimostrano che l’imposta in realtà è una sanzione applicata nei confronti dei centri collegati ad operatori comunitari».
Anche la questione dell’imposta unica finirà davanti alla Corte di Giustizia Europea?
«Io dico che è “una storia che si ripete”. Prima i sequestri e i procedimenti in sede penale, i rinvii alla Corte Europea e le successive disapplicazioni della sanzione penale. Poi la disapplicazione della norma amministrativa. Ritengo che ben presto anche la questione relativa all’imposta unica per le annualità post 2011 verrà trasmessa alla Corte Europea, al fine di ottenere una interpretazione univoca del diritto comunitario e chiarezza sull’applicazione della norma italiana».

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