(Jamma) Stanleybet, Garrisi a Enada Primavera: “Pronti a entrare nel sistema concessorio italiano. Vogliamo pagare le tasse, non sanzioni. Uniamoci per far svegliare il regolatore”
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(Jamma) Stanleybet, Garrisi a Enada Primavera: “Pronti a entrare nel sistema concessorio italiano. Vogliamo pagare le tasse, non sanzioni. Uniamoci per far svegliare il regolatore”

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“Questa è la nostra terza partecipazione ad Enada. Siamo qui perché abbiamo bisogno del vostro aiuto. L’accordo che abbiamo fatto con l’Agenzia delle Entrate è molto importante. Ora ci apprestiamo ad entrare nel sistema concessorio italiano e vorrei chiarire che lo apprezziamo.

Per noi è stato un grande successo, ci sono stati degli impedimenti sulla nostra entrata, ma abbiamo sempre avuto grande fiducia nella giustizia e siamo stati ricompensati, questa ha infatti sempre confermato quella che era la nostra impostazione, sia in campo penale ed amministrativo che europeo e della Corte Costituzionale”. E’ quanto dichiarato a Enada Primavera da Giovanni Garrisi (Group Chief Executive Stanleybet), nell’ambito di una conferenza stampa in cui la società ha annunciato il suo prossimo ingresso nel sistema concessorio italiano.

“Noi aspiriamo ad entrare in questo sistema concessorio e ora attendiamo con una certa ansia la gara che dovrà essere bandita entro settembre ed è stata prevista dalla stabilità dell’anno scorso. Vogliamo proteggere il sistema concessorio, per noi va preservato, non rinnovato, perchè è stato un successo, e noi come detto ci accingiamo ad entrarci. In questo momento lo stato italiano affronta un periodo di riconsiderazione dell’attività di gioco, vanno infatti risolte le pendenze con le Regioni entro una certa data. Se salta la gara quest’anno, penso non ci siano motivi di tenere Stanley fuori. Possiamo iniziare a pagare già da domani, basta che non sia una sanzione. L’attività di Stanley – ha aggiunto Garrisi – è legittima, quindi il legislatore dovrebbe arrivare ad una soluzione, non abbiamo nessun problema a iniziare a pagare l’imposta unica ma nella misura degli altri concessionari. Non pagheremo sanzioni. Vogliamo pagare le tasse, ma questo compito spetta alla compagnia non al ctd, altrimenti è una sanzione. Se la gara non si fa? Credo che oggi sia interesse di Aams e degli stessi concessionari che Stanley entri nel sistema, se il regolatore non sarà in grado di fare la gara ci sarà la saggezza di sederci ad un tavolo e cercare di risolvere la questione con equilibrio, come del resto abbiamo fatto con l’Agenzia delle Entrate. Voglio essere chiaro, noi siamo un’opportunità e appena si chiarirà se ci sarà la gara o comunque il modo con cui Stanley entrerà nel sistema apriremo una sede italiana”.

“Al momento – ha spiegato ancora Garrisi – non ci sono trattative in corso con Aams, anzi c’è un enorme contenzioso. La nostra posizione è sempre stata chiara, ho proposto ai monopoli di iniziare a pagare subito l’imposta unica a fronte di un riconoscimento di legittimità e per il passato abbiamo proposto di lasciare all’amministrazione della giustizia di trovare una soluzione. Quindi se perdiamo pagheremo, altrimenti no. Se si potesse trovare una soluzione negoziale sarebbe molto meglio, ma la Stanley non accetterà mai nessun condono. Noi non abbiamo nulla da condonare e lo dimostreremo in tribunale. Il nostro Paese ha una grande giustizia e ho piena fiducia, sono convinto che alla fine avremo ragione. La Corte Costituzionale ci ha dato già ragione sul pregresso, ora per il periodo che va dal 2011 al 2015 sarà più difficile, mentre dal 2016 in poi sarà di nuovo la Corte Costituzionale a decidere. C’è stata una sanzione mascherata da tassa che serviva a scoraggiare i ctd, la legge è confessoria, nelle premesse si diceva proprio di voler scoraggiare questo tipo di operatori. A questo punto mi chiedo perchè mai il ctd della Stanley deve essere scoraggiato? E’ una discriminazione collegata al diritto europeo, un altro modo per impedire alla Stanley di stabilirsi in Italia. Sarà una lotta lunga ma attraverso la corte di giustizia noi otterremo la sentenza definitiva”. E infine un appello agli altri concessionari che operano in Italia: “Dobbiamo metterci insieme tutti per far svegliare il legislatore e il regolatore, occorre che i concessionari assumano la consapevolezza della propria importanza”.

Per l’avvocato Daniela Agnello: “Stanley è sempre disponibile a colloquiare, vorremmo farlo anche con Aams, nonostante ci sia in atto un contenzioso molto forte. La norma è costituzionalmente illegittima. La Corte Costituzionale ha dichiarato che Stanley è un operatore lecitamente autorizzato a raccogliere scommesse sul territorio italiano. Per ora comunque non ci sono trattative in atto con i monopoli”. Chiaro anche Fabio Ferraro (avvocato e professore di Diritto dell’Unione Europea), che ha spiegato: “Sulla capacità contributiva la Corte Costituzionale deve valutare il rapporto che c’è tra il bookmaker e i ctd e quindi bisogna considerare anche la possibilità di scaricare la scommessa sul terzo, ossia sullo scommettitore. Dal 2015 in poi ci sono dei profili di ragionevolezza e di non proporzionalità, da questo punto di vista potrà essere sollevata qualche questione di costituzionalità sul futuro”.

In conclusione è intervenuto Tom Green (Group Finance Director Stanleybet), esprimendo grande soddisfazione: “Quella di oggi è una pietra miliare per la nostra posizione sul mercato italiano. Si tratta di un mercato che noi riteniamo molto importante. Ora operiamo in 8 Paesi con il più grande gruppo di rete retail in Europa. Continuiamo a crescere e a guardare a nuove opportunità sia nel betting che nel gaming. Oggi la compagnia ha una posizione molto forte e speriamo in una ulteriore crescita in futuro”.

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