(ITALIA OGGI) Betting si ai due placet bancari
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(ITALIA OGGI) Betting si ai due placet bancari

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La richiesta agli aspiranti concessionari della doppia attestazione bancaria, uno dei requisiti previsti dai Monopoli di Stato nella gara del 2012 per l’assegnazione di 2.000 agenzie di scommesse, appare a prima vista «appropriata e non eccessiva». E’ quanto ha stabilito la Corte di Giustizia Europea, che ha pubblicato ieri la sentenza sul caso Politanò (C/225-15), avviato dopo un ricorso del bookmaker maltese Betuniq al Tribunale di Reggio Calabria. La società, travolta nel luglio dello scorso anno dall’operazione «Gambling» della direzione Antimafia di Reggio Calabria, era stata esclusa dalla gara, nonostante avesse presentato regolare domanda di partecipazione, per la mancata attestazione della capacità economico-finanziaria da parte di due istituti bancari. Secondo i giudici comunitari,«sarà compito del giudice nazionale verificare, nel concreto, se le misure previste dallo stato siano proporzionate». Secondo la Corte europea, inoltre, la direttiva 2004/18/Ce sugli appalti pubblici non si applica alle concessioni di servizi, come sono quelle relative alla gestione di giochi. Misure come quelle contestate possono essere considerate suscettibili di«violare la libertà di stabilimento», ma anche un principio cardine di tale portata ammette, però, deroghe e restrizioni giustificate da «possibili ragioni imperative di ordine pubblico, dall’interesse nazionale e da altri diritti fondamentali». Appare, per esempio, legittimo per gli stati membri prevedere delle legislazioni più restrittive in materie particolarmente delicate come quella del gioco d’azzardo «al fine di precludere il settore all’azione della criminalità». Secondo il legale di Uniq Group, Daniela Agnello, «escludere da una gara un soggetto neocostituito che ha la capacità economico finanziaria, ma che non può ricorrere alle doppie referenze bancarie per giustificati motivi, va oltre quanto necessario per garantire l’affidabilità economica di un partecipante alla selezione e viola il principio di proporzionalità». La questione torna ora al Tribunale di Reggio Calabria che, nel giro di qualche settimana, deciderà se disapplicare la sanzione penale, nel caso di Politanò, il sequestro del locale, prevista per chi gestisce agenzie senza concessione.

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