L’edizione 2018 di Enada Primavera è stata – come al solito – anche l’occasione per una serie di convegni e incontri di alto livello, il primo dei quali ha visto protagonista Stanleybet. «Siamo qui oggi per comunicare l’importante accordo concluso con l’Amministrazione delle dogane e dei monopoli. Si è sempre pensato che la Stanley fosse contro il sistema concessorio. Non è così. Noi non siamo contro il sistema concessorio perché il sistema concessorio è stato un grande successo: ha garantito introiti per 14 miliardi di euro l’anno, e quindi non può che essere definito un successo». Così Giovanni Garrisi, Group Chief Executive di Stanley, ha annunciato l’accordo raggiunto con i Monopoli di Stato e con il quale il gruppo ha assunto l’impegno ad entrare nel sistema concessorio italiano. «A Stanley – ha detto Garrisi – è stato impedito di entrare nel sistema ma la nostra fiducia nella giustizia ci ha ricompensato perché ha riconosciuto le nostre ragioni. Aspiriamo ad entrare nel sistema concessorio e abbiamo la responsabilità di preservare questo sistema. In questo momento lo Stato italiano sta riconsiderando il settore del gioco soprattutto in relazione agli apparecchi da gioco. La Legge di Stabilità prevede una gara per settembre e spero in questo. Oggi non ci sono più motivi perché la Stanley rimanga fuori dal sistema concessorio. Dopodiché saremo disponibili a collegarci al totalizzatore e a pagare il dovuto purché non sia una sanzione. Non è colpa dei concessionari se il risultato della normativa ha portato a questa situazione storica. Colpa dello stato. Oggi i concessionari devono favorire il nostro ingresso ed esserci alleati».
«Se il regolatore – ha aggiunto Garrisi – non sarà in grado di fare la gara per le scommesse, dovremo cercare di trovare una soluzione con equilibrio e saggezza. Appena si chiarità il futuro della gara apriremo anche una sede italiana».
Poche novità, invece sul fronte dell’imposta unica: «Sul pagamento dell’imposta unica al momento non ci sono trattative in corso con l’Agenzia delle entrate. Di certo non accetteremo mai alcun condono, non abbiamo nulla da condonare» ha concluso Garrisi.
«Sull’imposta unica – ha poi ribadito l’avv. Daniela Agnello “storico” legale del Gruppo Stanley – abbiamo sempre detto che la norma era costituzionalmente illegittima. Dopo la sentenza della Consulta che ha dato il proprio parere diciamo anche che la norma che discrimina il CTD è in contrasto con il diritto comunitario ed anche su questo fronte andremo in Corte di Giustizia Europea. Sono già partiti i primi provvedimenti per annullare gli accertamenti indirizzati alle ricevitorie per il pagamento dell’imposta. Ne dovrebbero essere riconsiderate circa 750».
Al convegno è intervenuto anche Tom Green, Group Finance Director: «Oggi celebriamo il 60° anno dalla fondazione del Gruppo e festeggiamo annunciando l’importante accordo raggiunto con il governo italiano. L’Italia rappresenta un mercato importante per la compagnia, anche se noi operiamo in ben 8 mercati in Europa».
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