(TS Totoguida Scommesse) Tassazione dei CTD, per ora sono i Monopoli a pagare le spese.
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(TS Totoguida Scommesse) Tassazione dei CTD, per ora sono i Monopoli a pagare le spese.

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Per la prima volta una Commissione Tributaria chiede a Piazza Mastai di pagare le spese processuali già nella fase cautelare. Sulla questione lo scontro è ancora aperto, e Stanley chiede di risolvere la faccenda subito in via amichevole

di Gioele Rigido (TS Totoguida Scommesse)

Si contano ormai a decine, se non a centinaia, le sentenze delle Commissioni Tributarie Provinciali o Regionali sulla norma che impone ai CTD di pagare il prelievo sulle scommesse. Statisticamente la maggior parte delle pronunce sono a favore dell’Amministrazione, ma quelle che danno ragione ai centri comunque in numero elevato fanno decisamente più rumore.

È il caso del provvedimento, arrivato giusto pochi giorni fa, con cui la Commissione Provinciale di Bologna, oltre a sospendere l’avviso di accertamento disposto nei confronti di un centro Stanley, «Per la prima volta» ha condannato l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli «al pagamento delle spese di giudizio nella fase cautelare» spiega Daniela Agnello, legale del bookmaker anglo-maltese. «Normalmente si attende il merito, come ha fatto la settimana scorsa la Commissione Tributaria di Bari, che pure ha sospeso gli effetti di altro av- viso di accertamento» commenta ancora a Agimeg. Una presa di posizione particolarmente forte quella dei giudici tributari, che lascia presumere che già si ritenga «fondato o non manifestamente infondato il ricorso» conclude l’avvocato. Il fatto è che i bookmaker esteri hanno già ottenuto dei successi pesanti. La sola Stanley conta almeno una quarantina di pronunce favorevoli, e soprattutto l’ordinanza con cui la Commissione Tributaria Regionale di Milano ha disposto un rinvio alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (ottobre 2015), e quella con cui la Commissione Tributaria Provinciale di Rieti ha sollevato la questione di legittimità costituzionale (dicembre 2015).

In altre parole, questi giudici si pongono il dubbio che la norma possa essere incostituzionale, o contraria al diritto comunitario. Il problema maggiore è che in base a quella norma introdotta con la Stabilità del 2011 e poi inasprita con quella del 2015, che di fatto ha triplicato il prelievo il centro viene considerato a tutti gli effetti un bookmaker. È come se raccogliesse scommesse in proprio, invece di essere una semplice ricevitoria che incanala le puntate verso la compagnia madre.

In sostanza, il CTD infatti percepisce un semplice aggio di alcuni punti percentuali sulle giocate che trasmette al bookmaker; le tasse tuttavia le dovrebbe pagare non su quell’aggio, ma sull’intero ammon- tare della raccolta che ha effettuato.

Non tutte le Commissioni Tributarie però condividono i dubbi sulla legittimità della norma, anzi circa un anno fa gli stessi bookmaker ricono- scevano che circa due terzi delle sentenze erano in favore dell’Amministrazione, e il rapporto non deve essere cambiato poi molto. Solo pochi mesi fa, ad esempio, la Commissione Provinciale di Napoli ha affermato che sia giusto chiedere al centro il pagamento del prelievo, visto che «il soggetto passivo dell’imposta applicata deve ritenersi chiunque, seppur in assenza di alcun titolo abilitante rilasciato dal Ministero, gestisce con qualsiasi mezzo, anche semplicemente telematico ed anche soltanto per conto di soggetti terzi ubicati all’estero, concorsi, pronostici o scommesse di qualsiasi tipo e genere». La parola definitiva la metteranno la Corte Costituzionale e la Corte di Giustizia, ma per le sentenze presumibilmente occorrerà attendere almeno un anno.

John Whittaker, Ceo di Stanleybet, torna a chiedere così di trovare un accordo consensuale, per risolvere l’intera questione dei CTD fin da subito: «Credo che sia giunta l’ora di deporre le armi e non permettere più ai tribunali di essere protagonisti. Abbiamo più volte espresso la volontà di voler far parte del sistema regolato del gioco in Italia». E Whittaker ricorda l’annuncio fatto nei mesi scorsi di partecipare alla gara per le nuove concessioni, e lo stand organizzato all’Enada di Rimini. «Per questo – propone quindi – mi chiedo perché non approfittare dei mesi che ritarderà la gara per concordare l’immediata entrata di Stanley nel sistema regolato?».

di Gioele Rigido (TS Totoguida Scommesse)

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